Viaggio al centro della terra
“DA NOI LA NATURA È POTENTE,
DRAMMATICA, CON MONTAGNE CHE,
D’UN TRATTO, SPUTANO FUOCO”
Thor Vilhjálmsson (1925-2011)
Dopo aver percorso 24 ore sulle strade dell’Islanda, pensavo avrei visto gli unicorni.

Alla fine, è vero, ho incontrato solo elfi, ma che importa? Ogni centimetro di Islanda ha magia da regalare.
Una magia, quella islandese, assolutamente necessaria al turista; perchè cancella l’aria fredda che avvolge l’estate e dimentica gli inaccessibili prezzi di questa nazione.
Viaggiare low cost in Islanda significa affrontarlo davvero questo clima inospitale, dormendo in camping (avere un furgone camperizzato come noi può considerarsi un lusso) e concedersi una cena in un locale una sola volta a settimana.
Tutte le altre saranno “cene fuori”. Fuori, sì, “sotto il cielo, sulla strada”. Su una strada deserta e circolare, al cospetto di una cascata, dentro una pozza di acqua bollente, su un fiordo, davanti al mar glaciale artico.

Mangerete prodotti del discount (il Bonus in primis) avvolti in una coperta e non vi assicuro che non pioverà. Ma vi posso garantire che gli occhi si riempiranno di incredulità e meraviglia, aspettando gli unicorni.
Improvvisamente attorniati da creature misteriose, leggende sconosciute prenderanno vita davanti a voi. Saranno gli elfi a raccontarvi storie mai scritte; le sentirete nello scrosciare incessante dell’acqua da ogni parete, nello scalpitare degli zoccoli di pecore selvagge, nel fruscio delle ali dei cigni selvatici.
«In nessun altro paese come l’Islanda la fantasia è tanto legata al paesaggio, a una natura imprevedibile e misteriosa che non ha tardato a popolarsi di spettri, demoni, principesse elfiche ed eroici banditi capaci di vivere nei deserti di ghiaccio e lava degli altopiani interni».
Atlante leggendario delle strade d’Islanda, Iperborea.
Sarà un viaggio silenzioso, quello attraverso l’Islanda. Ogni chilometro sulla Statale 1 porterà con se’ visioni che non supportano commenti. Avrete paura di rovinarla, quella natura, con le parole, con la vostra -pur discreta- umanità. Perché l’Islanda è l’esempio più riuscito di ciò che era il nostro pianeta prima di noi. Delle sue potenzialità distrutte e mai eguagliate dall’arte e dalla tecnica.

Vedrete la forza sublime delle cascate e vi chiederete chi possa aver pensato di affiancare a questa potenza divina il concetto di idroelettrico. Ascolterete le viscere della terra gorgogliare sotto i vostri piedi -quel tocco disumano potrebbe uccidervi- e non riuscirete a paragonare tutto questo ad un “potenziale geotermico”.
Sfruttare la magia: le favole ci hanno sempre insegnato che non può funzionare.

Forse per questo l’Islanda ha resistito così tanto allo sfruttamento da parte dell’uomo. Uomo che rappresenta sempre una minoranza, in Islanda, nonostante il boom turistico degli ultimi anni.
I verdi altopiani e le scogliere, le pecore e le balene, gli uccelli, soprattutto, sono i padroni assoluti dell’estate islandese.
Uccelli che si moltiplicano magicamente su ogni spiaggia, crinale, estuario, montagna, pianura. Leggendari cigni selvatici, aggressive sterne artiche, buffe pulcinella di mare, disordinati gabbiani e anatre, oche, beccaccini e chissà cos’altro.
In Islanda, d’estate, diventerete birdwatcher vostro malgrado.

E’ incredibile ciò che accadrà intorno al vostro semplice essere turisti: la vita supererà infiniti chilometri e ostacoli insormontabili per venire a manifestarsi sotto i vostri occhi e sotto i vostri occhi imparare a volare e, poi, ripartire.
E poi, il sole. Un sole che, per quanti tropici abbiate visitato, voi ancora non conoscete. Il sole più tenace del mondo nella patria della pioggia e del ghiaccio. Il sole di mezzanotte è uno spettacolo straniante, anche perché così poco celebrato. Sfruttatela questa luminosità diluita sulle ore per eliminare dal vostro itinerario qualsiasi comitiva turistica. Osservate i gayser a mezzanotte. Sarete soli, ancora una volta, con la natura.
E ancora, gli arcobaleni. Che accompagneranno ogni vostro spostamento. Li vedrete comparire sull’oceano, coronare i fiordi, trapassare le cascate, specchiarsi tra i cristalli degli iceberg.
Vi avevano detto che l’Islanda era la terra del ghiaccio e del fuoco. Non è vero, non d’estate. L’Islanda è madre natura.
Ma adesso che vi ho accennato qualcosa sulla magia, l’acqua, il sole, magma, uccelli e creature misteriose, vorrei andare con ordine e parlarvi dell’Islanda d’estate. Che non ha nulla a che vedere con l’Islanda d’inverno, sia chiaro.
Andare con ordine, per due settimane in Islanda, significa percorrere interamente la Statale 1, la strada Anello, la famosa Þjóðvegur 1 o Hringvegu che si fisserà sul vostro navigatore per la maggior parte del viaggio.
Per percorrerla interamente vi serviranno minimo 8 giorni che devono -e lo ripeto- devono diventare necessariamente di più perché la parte migliore dell’Islanda non è compresa in questo insieme di punti uniti da linea rossa. I fiordi occidentali non possono essere tralasciati, l’Islanda occidentale, cosi come Husavik e la penisola di Langanes nell’Islanda settentrionale.
Due settimane in Islanda:
Il Circolo d’oro
Il Circolo d’oro, canonicamente riconosciuto come formato da 3 stop (Pingvellir, Gullfoss e Geysir) non esaurisce l’Islanda, ma è un buon punto di partenza. Visitando le tappe del circolo d’oro si ha la possibilità di vedere in un giorno molto di ciò che ci si aspetta dall’Islanda.
Il grande limite del Circolo d’oro in Islanda risiede proprio in questo. Nel fatto che molti di noi si accontentano della spettacolarità di geyser, cascate e della faglia che nasce dalla deriva dei continenti. Non fatelo. Non accontentatevi! Godetevi il circolo d’oro sapendo che al di là vi aspetta ben altro.
La Laguna Blu? Tenetela per il finale col botto prenotandola nello stesso giorno della partenza. Farete un viaggio di ritorno indimenticabile e aprirete la porta di casa con una pelle indimenticabile.
In Luglio e Agosto l’Islanda accoglie un numero incredibile di turisti, quindi preparatevi ad ospitare migliaia di sconosciuti all’interno delle vostre fotografie. E’ anche vero però che visitare l’Islanda d’estate significa poter disporre di quasi 24 ore di luce; per questo motivo è possibile evitare i pullman di turisti e le comitive semplicemente posticipando le vostre visite alle principali attrazioni del Circolo d’oro alle ore serali.
Pingvellir, Gullfoss e Geysir, la sera, saranno immerse in un’atmosfera fiabesca e voi sarete gli unici spettatori.
1. Thingvellir
Pur essendo il sito storicamente più importante d’Islanda, Pingvellir non vi lascerà folgorati e non lo farà principalmente perché chi sceglie di partire per l’Islanda non lo fa certo cercando la storia. Per avventurarvi sui sentieri del Parco Nazionale di Thingvellir vi basterà sapere che qui fu fondato, nel 930 d.C. il primo parlamento democratico del Nord Europa, soprannominanto Alpingi.
Più esaltante sarà invece percorrere il sentiero situato nel centro delle due zolle tettoniche, nella faglia di Almannagjà, che separa il Nord America e l’Europa. I due continenti si allontanano da un minimo di 1 mm ad un massimo di 18 mm all’anno e anche se non riuscirete a percepirne lo spostamento, vi sentirete per la prima volta parte del mondo delle origini, del pianeta Terra agli albori della sua esistenza. Questa sensazione vi accompagnerà lungo tutto il vostro viaggio attraverso l’Islanda, d’estate.
Sarà dunque ancora una volta la natura ad avere la meglio, persino sull’Alpingi e sulla roccia della Legge, soprattutto quando dal canyon scavato dalla faglia inizieranno a sgorgare cascate come Oxararfoss tempestate di arcobaleni e a volare uccelli migratori provenienti dal vicino Thingvallavatn, il maggior lago islandese.
2. Geysir
Ah, i geyser! Ecco perché siete venuti in Islanda, d’estate. La regione geotermale di Haukadalur, con il grande Geysir e il divertente Strokkur, non vi deluderà di certo.
Sarei rimasta ore ed ore a guardare incantata il getto regolare ed potentissimo di Strokkur, immaginando un mondo segreto e bollente in cui quell’acqua si andava a rintanare dopo averci mostrato ambiziosamente la sua bellezza per qualche secondo.
Vero è che l’acqua che ribolle e fuoriesce da Strokkur non proviene esattamente dalle viscere della terra, ma da una profondità di 23 metri in cui mantiene una temperatura di circa 120 °C, senza tuttavia riuscire a trasformarsi allo stato gassoso a causa dell’elevata pressione, dovuta alla massa d’acqua sovrastante.
Quando quest’acqua raggiunge i 16 metri di profondità, la diminuzione di pressione permette l’ebollizione di una parte dell’acqua e la fuoriuscita della restante parte non ancora trasformata in vapore. Tutto ciò produce la reazione a catena che vediamo in superficie, prodotta dalla miscela di acqua e gas che prima ribolle sulla superficie e poi fuoriesce dal geyser.
Dopo esservi divertiti con Strokkur, vi lascerete innamorare anche dall’imponente sebbene stanco Geysir, il geyser più grande del mondo e dal quale tutti gli altri geyser prendono il nome, così come anche dal continuo gorgogliare delle altre piccole pozze presenti nella vallata.
3. Gullfoss
Mai pensare di aver visto il meglio in Islanda, soprattutto mentre siete alle prese con il Circolo d’oro che produce un’escalation di «Ohhhhhhh!». Subito dopo aver visto la potenza dell’acqua proveniente dal sottosuolo, vi troverete di fronte ad una forza che vi sembrerà sovraumana. Sarà ancora una volta l’acqua a stupirvi, l’acqua di un fiume che precipita due volte formando lo spettacolare doppio salo di Gullfoss, la cascata d’oro alta 32 m.
Non sarà solo la cascata a riempirvi di emozioni sublimi, ma anche l’alto piano che essa taglia in due parti e soprattutto il canyon nel quale il fiume prosegue la sua corsa.
Flúðir
Fludir merita certamente una sosta, essenzialmente per tre motivi: le serre geotermali in cui si coltivano principalmente funghi, ma anche altri prodotti insoliti in Islanda, come le fragole.
La Laguna segreta di Gamla Laugin, una piscina di acqua termale che nonostante il nome è super affollata e si paga (durante il vostro viaggio avrete occasione di fare il bagno in pozze geotermali migliori e gratuite) e la zuppa di funghi.
Seljalandsfoss
A un passo dalla fine del più famoso itinerario turistico d’Islanda – il Circolo d’Oro- si trova un tesoro di straordinaria bellezza: Seljalandsfoss.
Questa visione vi farà immediatamente comprendere il motivo per cui il Circolo d’Oro non esaurisce l’Islanda e vi farà ringraziare il momento in cui avete deciso di non farvelo bastare.
Dietro questa cascata -io ne sono certa- riposano gli unicorni.
Al retro di questa “Cascata Liquida”, potrete accedere anche voi, ritrovandovi in un’atmosfera più che mai fatata.
Il primo giorno in Islanda è stato quanto mai intenso; per questo motivo non potrete fare a meno di riposare i vostri corpi stanchi in una delle migliori “spa gratuite” islandesi: Seljavallaug.
Seljavallaug
A pochi chilometri da Seljalandsfoss, si trova una delle più scenografiche piscine geotermali d’Islanda: Seljavallaug, appunto.
Diventata famosa in quanto protagonista del video ufficiale di Never Back Down dei Novastar, questa piscina risale al 1923 e viene riempita da una sorgente calda naturale. Se amate immergervi nelle pozze di acqua calda termale quando la temperatura è molto bassa, non resterete certo delusi.
L’acqua bollente vi ripagherà dei 10 minuti di cammino in una valle incantevole necessari per raggiungerla.
E così si concluderà il vostro primo giorno in Islanda. Domani proseguirete verso sud e chissà se il sole continuerà a brillare.
Due settimane in Islanda: L’Islanda Meridionale
Dyrholaey
Il vostro secondo giorno in Islanda non avrà nulla da invidiare al primo. Inizierà sulle sponde dell’Oceano Atlantico, al cospetto del promontorio roccioso di Dyrholaey e del suo maestoso arco.
Il promontorio ospita milioni di uccelli ed è qui che probabilmente vedrete per la prima volta la pulcinella di mare.
Tra i fari e i faraglioni di Dyrholaey scoprirete che i puffins volano, che il loro nido assomiglia più a una tana e che non hanno paura dell’uomo.
Ben presto vi abituerete a familiarizzare con le pulcinella di mare, ma questa scenografica prima volta resterà appiccicata al vostro cuore per sempre.
Date un’occhiata al faro bianco e rosso di Dyrholaey e poi proseguite verso Reynisfjara, non importa quale sia la condizione atmosferica. Burrascosa e soleggiata questa costa avrà comunque i suoi mille perché.
Reynisfjara
La più bella spiaggia d’Islanda si trova a pochi passi dalla cittadina di Vik ed è bella soprattutto quando non c’è il sole, è bella soprattutto quando fa un po’ paura.
La spiaggia di sabbia nera è circondata da una scogliera solcata da grotte e intagliata da mille colonne basaltiche.
La somiglianza della scogliera a un imponente organo da chiesa è tale che quando il mare è in burrasca vi sembrerà di sentirlo suonare.
Ma non sarà semplicemente l’organo gigantesco a meravigliarvi, a Reynisfjara; ma le grotte scolpite dai troll, la sabbia nera sotto i vostri piedi, l’Oceano Atlantico di fronte a voi, i faraglioni di Vik che emergono dal mare alla vostra sinistra e l’arco di Dyrholaey in fondo alla spiaggia alla vostra destra.
Questa spiaggia vi piacerà talmente che desidererete farvi ritorno in una condizione atmosferica differente, il prima possibile.
Quanto a Vik, la piccola cittadina nella quale probabilmente dormirete (ottimo camping gratuito), è un’ottima base per fare rifornimento; niente di più.
Parco Nazionale di Vatnajokull
Skaftafell
Il parco di Vatnajokull e nella parte che comprende Skaftafell non vi deluderà anche se, come noi, lo esplorerete in una giornata di tempo assolutamente variabile e poco sereno.
La calotta glaciale di Vatnajokull è la più vasta del mondo ad esclusione dei poli e misura addirittura 8100 kmq. Passeggiando tra i sentieri di Skaftafell, ma soprattutto arrivando al cospetto del piccolo ghiacciaio Skaftafellsjokull non vi sembrerà possibile che sotto quel ghiaccio riposino intere vallate e catene montuose e addirittura vulcani.
Durante l’estate, sentieri all’interno del Parco di Skaftafell si possono percorrere autonomamente. Il mio consiglio tuttavia è quello di prendere parte ad un tour guidato sul ghiacciaio. Se avete visto altri ghiacciai in vita vostra, quello del Khumbu, per esempio, ma anche, più semplicemente, quello della Tribolazione, Skaftafellsjokull vi sembrerà semplicemente una distesa di ghiaccio non troppo emozionante. Diverso sarà invece poter vivere il ghiacciaio da dentro, grazie ad una delle guide che troverete all’ingresso.
Jokulsarlon
Ecco cosa vi aspettavate dall’Islanda, la terra dei ghiacci. Ecco cosa vi abbaglierà al primo sguardo, in Islanda. Gli iceberg! Una laguna glaciale costellata di iceberg azzurrissimi e di qualsiasi dimensione.
Li sentirete staccarsi dal ghiacciaio con emozionanti boati o capovolgersi durante il loro impercettibile sebbene inesorabile viaggio verso l’Oceano Atlantico.
Se sarete fortunati, nel parcheggio antistante la laguna potrete trovare il baracchino dei gamberi più deliziosi (e cari) del mondo: le humar. Nel caso non lo trovaste, vi consiglio di spostarvi immediatamente nella vicina cittadina di Hofn: non potete tornare dall’Islanda senza aver gustato questo straordinario crostaceo, in qualsiasi versione, annaffiato da un bicchiere di birra Vatnajokull, fatta con acqua glaciale risalente a 1000 anni fa.
Con questo pranzo/cena si concluderà la vostra esperienza nell’Islanda sud orientale.
Seydisfjordur
I fiordi orientali non si possono saltare durante un viaggio in Islanda, ma se avete pochissimo tempo potrete visitarli “al volo”, in poche semplici tappe. La prima? Seydisfjordur.
Seydisfjordur è il tipico villaggio islandese, munito della tipica chiesetta islandese, con un tocco artistico in più. Seydisfjordur ospita infatti una colonia di artisti che non fanno che impreziosire la sua unica via di opere d’arte.
Seydisfjordur è circondata da strade bellissime e montagne e fiordi e anche se basta un minuto per vederla tutta, vale la pena raggiungerla.
Sebbene spesso sottovalutati, perché mancanti di attrattive specifiche, i fiordi orientali offrono spettacoli eguagliati soltanto da quelli occidentali. Vi basterà guidare guardando fuori dal finestrino per vedere spettacoli che pensavate esistessero solo nella vostra fantasia. Panorami diversissimi si alterneranno, divisi da distese di lupinus nootkatensis, il fiore blu e lilla tipico dell’estate islandese, anche se originario dell’Alaska.
La strada da Seydisfjordur a Borgarfjordur Eystri, la seconda e ultima tappa sui Fiordi Orientali, passerà velocemente e riconoscerete il luogo per fermarsi a sgranchirsi le gambe nel momento in cui vedrete Lindarbakki, la migliore Turf House d’Islanda.
Dall’invisibile centro di Borgarfjordur Eystri potete proseguire fino all’isolotto, che più che un isolotto è una zolla di terra di Hafnarholmi per vedere da vicinissimo una spettacolare colonia di pulcinella di mare.
Questo non sarà ancora il luogo migliore dell’Islanda per vedere le pulcinella (dovrete aspettare i fiordi occidentali), ma merita una visita lampo.
Due settimane in Islanda:
Langanes
E adesso, se avete tempo e voglia di fare un po’ di birdwatching, avventuratevi sulle scogliere della penisola di Langanes.
Sappiate che dovrete percorrere la strada a ritroso per esplorare fino in fondo la sezione di Islanda che avete appena varcato: l’Islanda settentrionale, bagnata dal mare di Groenlandia. Tornerete indietro fino ad incontrare Dettifoss.
Dettifoss
Vi accorgerete di arrivare a Dettifoss quando vedrete l’enorme fiume Jökulsá á Fjöllum incunearsi in un grandioso canyon e creare spruzzi e vapore all’orizzonte. Proprio laggiù si trova uno spettacolo divino: Dettifoss, appunto.
La vertigine che proverete accostandovi al salto alto 44 m, mentre più di 200 tonnellate d’acqua al secondo si gettano nel canyon è indescrivibile.
Myvatn Hverir Krafla
Le tre più famose mete della regione del Myvatn non possono essere distinte tra loro. Sono valli di lava e fango, di antichi crateri e di pozze ribollenti, sono terre fumanti in cui è piacevole passeggiare anche per la temperatura mite che regna.
La quantità di vulcani ed ex vulcani presenti in questa zona e la quantità di lava che copre le valli è incredibile, come incredibile è Viti: il cratere con il cuore turchese, dovuta alla pozza d’acqua che ospita all’interno.
Due settimane in Islanda: l’Islanda settentrionale
Husavik
La cittadina più bella d’Islanda coincide con la patria delle balene. E’ qui, infatti, che si radunano ogni anno, in estate.
Fare whale-whatching vi costerà una fortuna -ma se non avete mai visto le balene vi conviene provare-; potrete però respirare l’atmosfera tipica della baleniera in ogni angolo e visitando il piccolo Museo della Balena.
Godafoss
Dopo aver visto le balene, vi dirigerete verso Akureyri, la cittadina più grande dell’Islanda dopo Reykiavik. Non senza prima aver fatto una tappa alla cascata degli dei: Godafoss.
Arrivati a questo punto del viaggio in Islanda, questa magica cascata vi sembrerà piccina e non vi emozionerà particolarmente. Diverso è il ricordo che avrete una volta tornati a casa.
Akureyri
Dopo Godafoss potete fermarvi a dormire ad Akureyri che, a differenza di quanto vi suggeriscono le guide turistiche, non ha proprio nulla di metropolitano, ma almeno ha qualche locale in cui passare una serata al chiaro di sole. Provate il pasticcio di pesce: Plokkfiskur.
Grettislaug
Tra Akureyri e Hvammstangi, fermatevi per un bagno nella magica piscina geotermale situata in riva al mare di Grettislaug dove, secondo la leggenda, era solito bagnarsi Grettir The Strong della Saga di Grettir.
La temperatura è di 39 gradi e c’è una piccola tassa d’ingresso che vale comunque la pena.
Hvammstangi
E adesso siete pronti per un vero e proprio safari alla ricerca delle foche. Potete noleggiare una barca ad Hvammstangi oppure avventurarvi sulle spiagge che costeggiano Midfjordur e cercare di raggiungerle.
Mi raccomando, non fate come noi, prima di partire munitevi di obiettivi validi e fotocamere professionali; altrimenti molte foto vi lasceranno profondamente insoddisfatti.
Due settimane in Islanda:
I FIORDI OCCIDENTALI
E’ qui che l’Islanda diventa l’ultima selvaggia d’Europa.
Selvaggia e stupefacente ed estremamente rilassante poiché tutto ciò che c’è da vedere sarà costantemente davanti ai vostri occhi e tutto ciò che c’è da fare è immergersi in una pozza calda per godere del freddo.
Non ci sono indicazioni particolare su cosa fare o vedere nei fiordi occidentali d’Islanda. Continuate a guidare, percorrete tutto il profilo della penisola e osservate. Questo basterà.
Drangsnes
Guidate,nei Fiordi Occidentali, abbiamo detto, ma fermatevi in questa pozza d’acqua termale, prima di ripartire. Perché questa è una piscina geotermale gratuita a Drangsnes e quello è l’Oceano Atlantico nella sua veste artica.
Il campeggio di Drangsnes è a due passi da qui; ci tornerete anche la sera, per sorseggiare una birretta con i ragazzi del posto.
Krossneslaug
Un po’ fuori mano, ma meritevole nel caso amaste le pozze d’acqua calda termale, Krossneslaug è una piscina vista oceano a prezzo stracciato.
Sarebbe bello proseguire per la Riserva Naturale di Hornstrandir, ma a causa dei tempi ristretti e della limitata accessibilità del territorio, dovrete accontentarvi di vedere la volpe artica in un contesto diverso rispetto a quello delle cime selvagge: dirigetevi verso il Centro per la Volpe Artica a Sudavik.
Sudavik
Certo vedere le volpi dall’altra parte del recinto non produce lo stesso incanto dell’incontrarle per caso durante un trekking. Questo è tuttavia il luogo migliore per conoscere questo animale, le sue abitudini e le variazioni cromatiche. In Islanda, d’estate, incontrerete solo volpi artiche vestite di nero e marrone.
Dynjandi
Il tragitto che separa il centro per la volpe artica dalla scenografica cascata di Dynjandi. La cascata più grande dei fiordi occidentali è riconoscibile già dalla strada; si apre in un ventaglio alto 100 metri.
Fermatevi per un pic nic se le condizioni atmosferiche lo permettono e correte ad immergervi in una delle migliori pozze d’acqua termale gratuite d’Islanda.
Pollurinn
Sulla scogliera di uno dei fiordi più spettacolari d’Islanda: Talknafjordur, esistono 3 pozze termali rivestite di cemento la cui fonte segna la temperatura di 46 gradi e dai bordi delle quali si può ammirare un paesaggio incantato: Pollurinn.
Penisola di Latrabjarg
La penisola di Latrabjarg è senza ombra di dubbio il luogo che ho amato di più, non solo dei fiordi occidentali, ma dell’intera Islanda.
Il punto più occidentale di Europa (Azzorre escluse) è un tratto di scogliera di 12 chilometri popolata da pulcinella di mare.
L’altezza delle spettacolari scogliere varia dai 40 ai 400 metri e se sulle pareti nidificano pulcinella di mare, cormorani, gazze marine ecc., ai loro piedi riposano le foche.
Le magiche spiagge d’Islanda
Le spiagge d’Islanda d’estate sono sogni, se non le più belle del mondo, sicuramente le migliori che io abbia mai visto. Le gelide ed inaccessibili acque che bagnano i fiordi occidentali poi, preservano le distese di sabbia dal turismo di massa e dai vari inestetismi accessori e umani che la natura non possiede.
Arcobaleni e balene: ecco cosa solca le turchesi acque d’Islanda nei fiordi occidentali.
E se è vero che su queste spiagge non ci si può dedicare alle attività alle quali siamo abituati, è anche vero che le rigide temperature islandesi ci permettono di passeggiare attraverso territori onirici e deserti e di osservare, in estate, la nidificazione di tutti gli uccelli del mondo.
Dopo aver visitato le meravigliose spiagge di Raudsandur e Breidavik, parcheggiate il vostro camper o la tenda a Brunnar, in quello che fu un piccolo peschereccio ospitante 20 imbarcazioni.

Hellulaug
A pochi chilometri dalle gelide ed inaccessibili spiagge della penisola di Latrabjarg, la vostra voglia di fare un bagno nel mare verrà
ampiamente soddisfatta dalla pozza termale naturale di Hellulaug.
Hellulaug si trova esattamente sulla spiaggia del fiordo di Vatnsfjörður, è profonda circa 60 centimetri e caldissima.
Totalmente gratuita, i benefici che offre la piscina geotermale di Hellulaug, possono essere ricompensati con un’offerta da lasciare nell’apposito barattolo di fianco al parcheggio.
Hellulaug viene alimentata da un pozzo, riempita e manutenuta costantemente; per questo motivo è molto pulita rispetto alle altre pozze termali naturali islandesi.
E’ con Hellulaug che si è concluso il nostro magico viaggio nei fiordi occidentali.
Due settimane in Islanda:
LA PENISOLA DI SNAEFELLSNES
Dell’Islanda occidentale ho ricordi da toccata e fuga, ahimè. Dopo esserci innamorati dei Fiordi Occidentali abbiamo speso molti dei nostri giorni a guardare i panorami infiniti e a bagnarci nelle pozze di acqua termale della parte più remota d’Europa e ci è rimasto davvero poco tempo per godere delle bellezze di questa parte d’Islanda.
Stykkisholmur
Certamente non potete perdervi il bel porticciolo di Stykkisholmur, che avrete visto nel film di Ben Stiller I sogni segreti di Walter Mitty così come il suo ottimo ristorantino in riva al mare: il Sjavarpakkhusid.
Stykkisholmur è protetto dal mare da un’isoletta di basalto che ospita un bellissimo faro rosso fuoco ed è il luogo giusto in cui pernottare se avete deciso di esplorare l’Islanda occidentale.
L’Islanda occidentale si riduce effettivamente alla Penisola di Snaefellsnes, con il Kirkjufell, le scogliere rigogliose, le tenebrose spiagge vulcaniche e la scintillante calotta glaciale del ghiacciaio di Snaefell, romanzata niente di meno che da Jules Verne in Viaggio al centro della Terra.
Due settimane in Islanda:
Reykjavik
E’ vero, forse saremmo potuti partire dalla capitale per iniziare un vero e proprio tour dell’Islanda in camper. Con il senno di poi, tuttavia, possiamo affermare che Reykjavik è solo un puntino e neanche troppo rappresentativo di ciò che l’Islanda è stata per noi: un viaggio al centro della terra, appunto.
Reykjavik è la più piccola capitale europea e, con soli 120.000 abitanti, la più grande città islandese, dove vive la maggior parte delle persone.
E anche se è vero che le attività disponibili a Reykjavik sono abbastanza, che i locali e la vita notturna sono davvero chic, non è certo una città in cui trascorrere un’intera settimana!
Di Reykiavik ho amato l’Harpa Concert Hall, progettato dallo studio Henning Larsen, che ha vinto nel 2013 l’European Union Prize for Contemporary Architecture.
E ho amato il quartiere del Porto Vecchio di Reykjavik costruito tra il 1913 e il 1917, ed oggi riqualificato. Un quartiere nuovo, pieno di locali stilosissimi e colorati, che conserva però la poesia di un porticciolo di una terra disabitata e lontana.
Al porto vecchio non dovrete impegnarvi granché, una passeggiata, o un pranzo in uno dei mille mila ristorantini ricavati dentro delle vecchie officine per le navi basterà.
Oppure ci si va per fare una sosta e bere un’ottima birra al birrificio vista mare da urlo di Reykjavik, il Bryggjan Brugghús.
E poi c’è il centro di Reykjavik, dove la cosa migliore da fare, dopo un viaggio intorno all’Islanda in camper, è rilassarsi seduti al tavolino di un bar (tanto per non essere monotoni). Gli islandesi sono in grado di passare una quantità immensa del loro tempo libero seduti al tavolino di un bar; non dovrete che adeguarvi al loro stile di vita.
Ma se non volete “perdere tempo”, ci sono altre attività imperdibili nella capitale d’Islanda: lo splendido National Museum, in primis, che vi racconterà di San Brendano, il monaco irlandese che per primo mise piede in questa terra e degli usi e costumi dei Vighinghi.
La moderna chiesa Hallgrimskirkja, del Novecento, che con la sua alta torre domina la città, oppure il Whale Museum, il più grande museo delle balene d’Europa.
Oppure, in estate, a Reykjavík si può andare in spiaggia e fare un bagno nella spiaggia geotermale di Nauthólsvík, dove l’acqua del mare è riscaldata da una fonte geotermale.
Reykjavík è “carina”, non bellissima, non entusiasmante, ma davvero carina, anche se così non la pensa il protagonista di 101 Reykjavìk di Hallgrímur HelgaSon.
«Reykjavík in un mattino d’inverno: un paesino della Siberia. Raffiche di neve alla luce dei lampioni e atmosfera buia e mare gelido e salato… un intruglio… e spiagge cagliate. Poltiglia masticata intorno a penisole crude e fredde, montagne di antica costituzione, rifiuti dimenticati, tumuli di cenere dell’era pagana, rottami dell’età del ferro. Escrementi glaciali induriti, ammuffiti e bianchi per la neve accumulata intorno a questa precaria città fatta di castelli di carte in cemento, un accampamento di costruzioni computerizzate destinate a sopravvivere per l’arco di una sola notte. Case a due piani in cemento dalle mura in rovina, crepe come rebbi di forchette e ombre di alberi alcalini in giardino, congelati e ibernati, con i fragili rami di porcellana pronti ad accogliere uccelli morenti che non vi si posano mai. Una città morta senza uomini né foglie né uccelli né insetti, una città in cui perfino i fantasmi si aggrappano con tutte le loro forze alle corde per il bucato, consunte da tempo nelle tempeste infinite e indifferenti, nei venti sfrontati. Un maltempo infinito dentro di te, una bora, una tramontana interiore travagliata, un destriero incitato dalle raffiche, un Kauri curioso che sopraggiunge di corsa con la forza del vento e ti avvolge al collo una folata, la serra con quattordici nodi e ti morde il volto, sparge sale sulle ferite e ti spruzza gelo negli occhi»
Hveragerdi
Se avete riservato alla capitale dell’Islanda più di due giorni, probabilmente vi starete annoiando. O, almeno, questo è quello che è capitato a noi. Per questo motivo vi consigliamo di “lasciare in fondo” un luogo comunque imperdibile in Islanda: la zona di Hveragerdi, le sue serre, ma, soprattutto, la sua valle geotermale, attraversata da un vero e proprio fiume bollente.
Il fiume è balneabile e si raggiunge con un sentiero che parte dal parcheggio e attraversa l’intera valle formata da pozze di fango ribollenti. Anche il terreno è caldo quindi vestitevi poco.
La Laguna Blu o Blaa lónið
Per giungere a Reikjavik è obbligatorio atterrare all’aeroporto Keflavik, unico scalo internazionale che, per l’alto numero degli arrivi, specialmente dagli Stati Uniti, sta pensando ad un allargamento delle piste. E proprio nei pressi di Keflavik si trova la Laguna Blu, l’attrazione più quotata d’Islanda, che vi consiglio di tenere per le ultime ore che passerete in questa nazione, prima di decollare.
Sicuramente qualcuno vi consiglierà di saltare la Laguna Blu, per dare la precedenza ad altre pozze di acqua calda, magari a pagamento, presenti in tutta Islanda. Altri vi diranno che la Laguna è sporca e che non merita la fama che molti le appiccano addosso. Non fatevi convincere. Questo bacino artificiale realizzato nella roccia vulcanica è davvero bellissimo e il potere curativo e benefico delle sue acque è reale. Non rappresenta certamente le terme migliori d’Islanda, è vero, perchè per quelle bisogna rivolgersi alle naturali pozze d’acqua termale gratuite che si trovano all’improvviso sulla strada, magari vista oceano. La folla è un problema, ma si può evitare prenotando un ingresso nelle prime ore del mattino. In ogni caso imperdibile, non ascoltate i luoghi comuni che si travestono da antagonisti dei luoghi comuni. E, ah, mi raccomando, prima di rilassare i vostri corpi nelle acque colme di fango di silicato bianco e dell’alga Cyanobacterica, proteggete i vostri capelli con cura.
Con la Laguna Blu si concluderà il vostro viaggio al centro della terra. Il tour in camper dell’Islanda d’estate è fatto di temperature rigide e pernottamenti scomodi; il tutto, però, nel seno di Madre Natura.
Il clima in Islanda d’estate è quello di un Circolo Polare Artico temperato, mitigato dalla Corrente del Golfo. Tuttavia non aspettatevi temperatura superiori ai 17 gradi. L’estate islandese va dai 10 °C ai 13°C, con rarissime punte di 25 °C. Il meteo cambia continuamente, repentinamente e la giacca a vento o l’impermeabile è sempre un gadget utilissimo.
L’Islanda in camper
L’Islanda è una meta cara; per questo motivo sempre più persone decidono di affidarsi al camping con un camper o con la tenda, per un itinerario in Islanda di 15 giorni, d’estate. In Islanda il camping non è semplicemente la soluzione più economica, ma anche la migliore, considerata la limitata offerta alberghiera e l’estrema organizzazione e presenza di soste e campeggi economici.
Innanzitutto in Islanda è disponibile una camping card, in vendita on line a 110 euro (anche a bordo della Norròna), che consente ventotto pernottamenti per due adulti e un massimo di quattro bambini in una quarantina di campeggi situati in tutto il territorio nazionale: a seconda del numero dei viaggiatori e dell’itinerario prescelto si può valutarne la convenienza (consultando il sito potrete vedere tutte le strutture www.campingcard.is). I campeggi islandesi sono generalmente prati o piazzali senza recinzioni e piazzole predefinite, con piccoli blocchi dei servizi spesso riscaldati, ma non sempre. Capita anche di trovare le istruzioni per pagare una piccola tassa di soggiorno aggiuntiva (111 corone). lasciando i soldi in una scatola detta honestybox.
Noi ci siamo affidati a questa soluzione, considerando che il nostro itinerario durava due settimane. Ma in Islanda risulta comunque facile trovare un campeggio economico (il prezzo medio si aggira intorno a 10 euro a persona per notte) a qualsiasi ora e senza troppe formalità, tanto che pochi decidono di fermarsi in giro o in posti dove potrebbero arrecare disturbo o creare disagi alla comunità locale.
Da Leggere:
Il rosso vivo del rabarbaro, di Auóur Ava Ólafsdóttir, Einaudi 2016
101 Reykjavìk, di HaLLgrímur HelgaSon, Guanda
Rosa Candida, Auður Ava Ólafsdóttir, Einaudi 2012
Il Cigno, Guðbergur Bergsson, Il Saggiatore 2016
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